Sette casse di legno colme di minerali e di altri reperti naturalistici giunti a Pavia da Vienna per volontà dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria: ecco il primo nucleo del Museo di Storia naturale dell’Università, ora Kosmos, a Palazzo Botta. La data fissata per convenzione è quella del 7 febbraio 1771 ed è proprio in quegli anni che la riforma asburgica dell’antico ateneo puntava a orientare le attività didattiche – in particolare quelle delle scienze naturali – verso una forma più sperimentale.
Con questo obiettivo fu chiamato a Pavia il naturalista e viaggiatore Lazzaro Spallanzani, al quale Maria Teresa procurò una «raccolta, ossia museo di naturali al fine di dimostrare colla loro spiegazione le varie vie che tiene la Natura nel suo operare», nonché generosi finanziamenti per l’acquisizione di nuovi pezzi come due importanti collezioni arrivate quattro anni più tardi. Dopo Spallanzani il museo si arricchì nel periodo francese; tra il 1852 il 1874 giunsero i grandi mammiferi, tra cui una giraffa e un formichiere gigante, uccelli, rettili e insetti. E così via fino alla più recente donazione del 2004 della notevole collezione entomologica, 235.000 reperti, del politico e naturalista Mario Pavan.
L’iniziativa
Per celebrare questa importante ricorrenza, dal 7 al 14 febbraio 2021, il Museo Kosmos proporrà alcune iniziative speciali a distanza. Per tutta la settimana saranno pubblicati sui social network una serie di video che ripercorreranno la storia cominciata appunto con le sette casse di legno e fino ai reperti iconici dell’attuale percorso espositivo, dal coccodrillo del Nilo ai fossili del Bolca. Inoltre, le recenti disposizioni nazionali, hanno riaperto le porte del museo con gli orari, dal martedì al venerdì, dalle 10:00 alle 18:00 (prenotazioni e biglietti).
I numeri
Ora, Kosmos, custodisce in Piazza Botta 9, nel pieno centro storico di Pavia, 482.000 pezzi suddivisi tra zoologia, anatomia comparata e paleontologia. Tra questi si contano 9.800 vertebrati, 4.300 uccelli, 5.000 aracnidi. 23.000 invece i visitatori nel primo anno di apertura del nuovo museo di storia naturale, anno peraltro segnato in larga parte dalle chiusure e dalle limitazioni derivanti dall’emergenza sanitaria.
AT