Dopo l’esperimento condotto nell’aprile 2015 dal capitano Samantha Cristoforetti, l’Università di Pavia torna a bordo della Stazione Spaziale Internazionale – ISS, questa volta con Paolo Nespoli, nell’ambito della missione “VITA” (lancio previsto maggio luglio 2017). L’astronauta milanese porterà in orbita l’esperimento “PERSEO” per lo sviluppo di un sistema indossabile di protezione dalle radiazioni cosmiche. Si tratta nello specifico di un innovativo giubbotto che grazie a degli spessori d’acqua garantirà una maggiore protezione degli organi radiosensibili, in particolare durante gli eventi solari.
«Un’idea geniale dell’università di Pavia: una sorta di armatura da cavaliere medievale che ci proteggerà dai raggi cosmici quando questi diventano più intensi» ha dichiarato lo stesso Nespoli sulle pagine de La Repubblica dello scorso 10 gennaio.
Il progetto, coordinato da Giorgio Baiocco e Andrea Ottolenghi del Dipartimento di Fisica dell’Università di Pavia, e finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana, rientra in una più ampia strategia di radioprotezione per le future esplorazioni spaziali. L’obiettivo è infatti, da un lato ridurre i costi e i problemi logistici legati al lancio di grandi quantità di materiali schermanti, dall’altro quello di massimizzare l’utilizzo delle risorse già presenti e indispensabili in un qualsiasi habitat spaziale, come, in questo caso, l’acqua.
«L’idea geniale, qui, è quella di usare l’acqua – spiega Nespoli su La Repubblica – Le tasche di questa giacca possono essere riempite direttamente dai serbatoi della Stazione. Poi, alla fine di un brillamento, l’acqua può tornare a essere bevuta. Il piombo ha più potere schermante, ma portarlo in orbita sarebbe scomodo. Attualmente, nei giorni in cui i raggi cosmici superano i livelli di guardia, gli astronauti sono costretti a rifugiarsi in un modulo un po’ più schermato. Ma dobbiamo interrompere il nostro lavoro, inclusa la necessaria manutenzione della Stazione».
«La missione VITA metterà al centro del lavoro di Paolo una serie di importanti esperimenti biomedici – ha dichiarato il presidente dell’ASI, Roberto Battiston – che riguardano gli effetti sull’uomo di lunghe permanenze nello spazio, e in particolare di come proteggere gli astronauti dalle radiazioni cosmiche. Si tratta di un aspetto fondamentale in vista dei viaggi del futuro e in particolare dell’esplorazione umana di Marte, che è il prossimo obiettivo a cui tutti puntano con decisione».
AT
Foto: NASA S119-E-010500
[Pubblicato 28/11/2016 – aggiornato 11/4/2017]