Zanzare, all’Università di Pavia scoperto un meccanismo che regola lo stimolo a pungere

Le zanzare sono importanti vettori di molte malattie in tutto il mondo, trasmettendo agenti patogeni quali il parassita della malaria o i virus Dengue e Zika, causano, secondo gli ultimi report della World Health Organization, la morte di oltre 700mila persone ogni anno. A pungere sono solo le femmine perché hanno bisogno del sangue dei vertebrati, ricco di nutrienti, per poter produrre grandi quantità di uova e così riprodursi.

Uno studio condotto presso il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell’Università di Pavia, pubblicato lo scorso 9 maggio sulla rivista internazionale PloS Biology, spiega ora un nuovo meccanismo molecolare, il primo che lega lo stimolo a pungere e l’espressione della proteina Vitellogenina. Osservando la zanzara tigre asiatica Aedes albopictus, specie aliena diffusasi in Italia e in Europa a partire dagli anni ’90, i ricercatori hanno mostrato che dopo aver ingerito delle soluzioni di zucchero, un alimento che in natura gli insetti trovano nel nettare delle piante e che usano per vivere e volare, le zanzare non cercano di pungere l’uomo.

Lo zucchero, oltre ad aumentare le riserve energetiche, induce la regolazione di molti geni, inclusi quelli coinvolti nella sintesi delle sostanze proteiche accumulate nelle uova. Sopprimendo l’espressione di questi geni con tecniche di biologia molecolare la ricerca di un ospite è risultata più bassa.

«Era già stato dimostrato come l’espressione delle Vitellogenine controlli il comportamento in insetti sociali, come api e formiche, ma si pensava che questo fosse legato alla loro socialità» spiega Paolo Gabrieli – corresponding author della ricerca, ora all’Università di Milano, «conosciamo bene come controllare l’espressione di questi geni anche con insetticidi oggi già presenti sul mercato, e implementando le giuste strategie, saremmo in grado di ridurre la voglia delle zanzare di pungerci».

[Foto: stock.adobe.com]