L’iperplasia prostatica benigna, ovvero l’aumento progressivo del volume della prostata dovuto all’incremento del numero di cellule, è una patologia comune negli uomini di età avanzata. Le analisi condotte fino a questo momento dimostrano che i tumori alla prostata presenti in uomini con prostate più grandi tendono ad avere caratteristiche patologiche più favorevoli, ma i meccanismi fondamentali che spiegano l’interazione tra iperplasia prostatica benigna e il cancro sono ad oggi sconosciuti.
A questo proposto uno studio di Guillermo Lorenzo e Alessandro Reali, ricercatori di ingegneria all’Università di Pavia, in collaborazione con altri colleghi della Purdue University e della University of Texas at Austin, Stati Uniti, suggerisce una motivazione meccanica alla base di questo fenomeno basata sull’idea che l’iperplasia prostatica benigna impedisca la crescita del tumore. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica PNAS lo scorso 7 gennaio. L’ipotesi è supportata grazie all’uso di moderne tecniche di simulazione numerica, in cui un modello matematico di crescita dei tumori viene accoppiato alle equazioni che descrivono la meccanica del problema.
Simulazioni analoghe potrebbero essere utilizzate in futuro per predire in modo personalizzato su ciascun paziente le conseguenze patologiche di questo fenomeno, aiutando così i medici a progettare una strategia ottimale di terapia. Nel video in alto si può chiaramente distinguere sulla sinistra la crescita del tumore senza iperplasia prostatica benigna (BPH) pregressa, a destra invece l’aumento di volume della massa tumorale rallentato dalla presenza di BPH.
AT