
Scritto nel 1948 in pochissime ore, con queste parole venute così di getto, il drammaturgo si arrendeva alla speranza di un paese migliore, espressa pochi anni prima in Napoli Milionaria chiudendo il ciclo dei testi dell’immediato dopoguerra, che si era aperto proprio con quel capolavoro. Dallo sguardo su tutta una società, De Filippo passa all’interno familiare, sempre più caratterizzato da situazioni di ipocrisia e cinismo, cancellando i valori quali la pietà e la solidarietà che avrebbero dovuto rifiorire sulle macerie belliche.
Dopo gli allestimenti realizzati dallo stesso Eduardo, (insieme al figlio Luca nel 1977) fino ad arrivare all’edizione del 2007 firmata da Francesco Rosi, oggi assistiamo al nuovo spettacolo diretto da Toni Servillo, indiscusso protagonista della odierna scena teatrale. In questa rappresentazione si avverte uno slancio vitale, un po’ per l’affiatamento della compagnia, un po’ per la regia che traduce tutto in una metafora sottile, con uno stile personale, sospeso tra tradizione ed innovazione.
Info e biglietti: www.teatrofraschini.it