«Se siamo clinicamente guariti, cioè se la sintomatologia è scomparsa, che significato ha la positività del tampone?». Da questa domanda parte il lavoro realizzato dal Prof. Fausto Baldanti, responsabile della virologia del Policlinico San Matteo e docente di microbiologia all’Università di Pavia, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna, l’ospedale civile di Piacenza, l’ospedale ‘Le Scotte’ di Siena e il Policlinico di Milano.
«Lo studio è stato condotto su circa 280 soggetti clinicamente guariti che avevano cariche basse» ha spiegato Baldanti durante la conferenza stampa in Regione precisando che le cariche vengono «determinate sulla base di un segnale chiamato Ct (Threshold Cycle)» per cui «più il Ct è un numero grande meno RNA c’è». «Questi campioni – ha continuato – sono stati messi in coltura e di questi 280 il segnale di sopravvivenza del virus, cioè di infettività, era meno del 3 per cento». «Quindi significa che nella fase di risoluzione della sintomatologia il virus è principalmente non infettante» e «quello che determiniamo con questi test è un segnale di degradazione di materiale presente e di eliminazione dall’organismo».
AT