Il cervelletto è la seconda corteccia principale del cervello e contiene circa il 50% dei neuroni. A questa parte del nostro sistema nervoso centrale sono state a lungo attribuite tutte le funzioni relative alla coordinazione motoria e all’apprendimento, e solo più recentemente è stata riconosciuta ad essa anche la partecipazione all’elaborazione cognitiva ed emotiva. Inoltre, sono in aumento le prove che coinvolgerebbero il cervelletto nel disturbo dello spettro autistico e nella schizofrenia.
L’articolo pubblicato sulla rivista scientifica Science lo scorso 18 gennaio, a firma del Prof. Egidio D’Angelo dell’Università di Pavia, allarga ulteriormente le frontiere delle funzioni cerebellari al controllo delle interazioni sociali. Gli studi condotti nel laboratori hanno infatti dimostrato come l’attività del cervelletto sia in grado di contribuire alla regolazione del rilascio della dopamina, andando dunque a controllare la motivazione e la ricompensa (solitamente attribuite ai gangli della base).
A tutto ciò si aggiungono i risultati della risonanza magnetica nucleare e della stimolazione magnetica transcranica: i dati hanno chiarito le interconnessioni che consentono al cerveletto, ad esempio, l’elaborazione delle azioni eseguite da altri e la percezione sensoriale, come pure la regolazione di comportamenti orientati a scopi specifici.
AT
[Aggiornato 13/3/2019 ore 9:36]
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