Afghanistan, Camerun, Nigeria e Siria. Sono i paesi di origine dei cinque nuovi studenti accolti dall’Università di Pavia nell’ambito del progetto internazionale che sostiene il proseguimento degli studi di giovani con status di rifugiato o titolari di protezione internazionale. L’Ateneo pavese è infatti il primo in Italia ad avere attuato un piano di accoglienza, aderendo di fatto all’invito delle Nazioni Unite di favorire il riconoscimento dei titoli necessari all’accesso alla formazione universitaria di rifugiati.
I nuovi ingressi, che vanno ad aggiungersi ai 15 avvenuti lo scorso anno, sono stati resi possibili dalla firma di un protocollo d’intesa tra l’Ateneo, lo SPRAR – il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, e la Fondazione Bracco. Quest’ultimo ente, in particolare, si farà carico di tutte le spese (vitto, alloggio, materiali didattici, piccole spese personali…) per tutta la durata dei corsi. Gli studenti, 4 ragazzi e 1 ragazza, con età tra i 19 e i 32 anni, frequenteranno Ingegneria, Farmacia e Scienze della Terra.
«Poiché i giovani rifugiati non potevano esibire, per ovvie ragioni, documenti a supporto l’Università di Pavia ha deciso, sulla base del D.lgs. 18/14, di accettare l’autocertificazione previo colloquio di una commissione dedicata per accertare le effettive competenze. Responsabilità degli studenti selezionati, al pari di tutti gli altri, è di svolgere con regolarità e buon profitto gli esami seppure è data loro la possibilità di un anno di recupero in considerazione delle oggettive difficoltà di inserimento.» Così nella nota congiunta Unipv-Bracco pubblicata da corriere.it
Il programma si chiama “Out-Side-In: Inclusive Adult Education for Refugees” e vede coinvolti, oltre al Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pavia, una serie di atenei e istituzioni tra Germania, Svezia, Slovenia, Grecia e Turchia. L’obiettivo del progetto, cofinanziato dalla Commissione Europea, è quello di promuovere l’impegno delle realtà educative per una maggiore inclusione dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
Il network
L’Università di Pavia ha aderito recentemente anche al Coordinamento Nazionale sulla Valutazione delle Qualifiche dei Rifugiati, la rete informale tra istituzioni di formazione superiore, promossa e coordinata dal CIMEA (Centro Informazioni Mobilità Equivalenze Accademiche). Obiettivo: condividere esperienze, pratiche e metodologie di valutazione delle qualifiche in possesso degli studenti rifugiati che intendono frequentare in Italia corsi di istruzione superiore e che non siano in possesso dei documenti che attestano i precedenti titoli acquisiti nello Stato d’origine.
[Aggiornato il 2/2/2017 ore 11:41]