Le ultime ricerche all’Università di Pavia

Mosca della frutta

Un consorzio internazionale formato da 18 laboratori (tra cui quello di Genomica e Biotecnologie degli Insetti dell’Università di Pavia), ha completato il sequenziamento del DNA della mosca mediterranea della frutta. I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista Genome Biology, consentiranno di prevenire e di controllare la diffusione di questa specie altamente infestante: proprio grazie alle sue notevoli capacità di adattamento causa infatti gravissimi danni alla frutticoltura in numeri paesi.

Vecchi antibiotici contro il cancro

Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell’Università di Pavia ha recentemente scoperto che gli antibiotici polimixina B ed E sono in grado di bloccare un’enzima, la cui attività è correlata all’insorgenza del cancro. Lo studio, pubblicato da Science Advances, intende dunque rivalutare questi farmaci, caduti in disuso per l’elevata tossicità, e utilizzati come ultima scelta per il trattamento di infezioni antibiotico-resistenti.

I primi agricoltori al mondo

Le analisi di DNA su antichi resti umani hanno rivelato le identità genetiche e le dinamiche delle popolazioni dei primi agricoltori di tutto il mondo. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature a fine luglio, ha portato alla scoperta di tre popolazioni contadine geneticamente distinte che vivevano tra il Mediterraneo orientale e il Sudovest asiatico tra i 12mila e gli 8mila anni fa. I risultati, si legge nell’articolo a cui hanno collaborato genetisti dell’Università di Pavia, indicano «rivoluzionarie tecnologie agricole diffuse in tutta la regione».

Dalla psicologia alla criminologia

Il Centro di Neuropsicologia Clinica e Forense dell’Univeristà di Pavia è partner del progetto Proton finanziato dalla Commissione Europea con oltre 4,4 milioni di euro. Grazie alla collaborazione di 21 partner internazionali, nei prossimi tre anni saranno sviluppati modelli computazionali che permetteranno di prevedere lo sviluppo delle organizzazioni criminali e terroristiche, e di testare diversi tipi di interventi di prevenzione e contrasto. I laboratori pavesi saranno coinvolti in due settori cruciali: lo studio delle basi cognitive dei comportamenti criminali e la supervisione etica dell’intero progetto.

Malattie rare

Un gruppo internazionale di ricercatori coordinato dall’Università di Pavia e dallo University College di Londra ha individuato il meccanismo cellulare responsabile della Sindrome ARC: una malattia genetica multifunzionale che determina ritardo nello sviluppo, problemi al fegato e contratture persistenti degli arti. Ancora priva di cura, l’artrogriposi-disfunzione renale-colestasi porta al decesso la maggior parte dei pazienti nel primo anno di vita. Lo studio, durato oltre 5 anni, è stato pubblicato lo scorso 20 luglio su Nature Communications.

Come “parlano” i dugonghi

Il Centro di Bioacustica e Ricerche ambientali dell’Università di Pavia ha installato lungo la costa nord del Mozambico, a 10-15 metri di profondità, dei particolari microfoni subacquei “made in unipv” che registreranno per un mese tutti i suoni della zona, un arcipelago di isole tropicali all’interno del Parco nazionale del Quirimbas. L’obiettivo è rilevare la presenza dei dugonghi, mammiferi marini che si nutrono principalmente di alghe, e che secondo gli studi sono destinati all’estinzione entro i prossimi 40 anni. Con le registrazioni sarà inoltre possibile analizzare le vocalizzazioni e catalogare le loro comunicazioni sociali.

Zanzara tigre

Una ricerca condotta dal Laboratorio di Genomica e Biotecnologie degli Insetti dell’Università di Pavia insieme all’Institut Pasteur di Parigi ha dimostrato che la natura genetica delle popolazioni di zanzara tigre contribuisce a creare le condizioni per la trasmissione del virus Chikungunya. Da qui la conseguente propagazione di epidemie: in Europa la prima è stata registrata in Emilia-Romagna nel 2007, successivamente in Francia e in Croazia. Questo studio, pubblicato a inizio luglio su Scientific Reports, ha notevoli ricadute applicative nel predire le condizioni di rischio.

Quanto crescerà la sharing economy?

Uno studio commissionato agli economisti dell’Università di Pavia da PHD Italia presenta tre possibili scenari del giro d’affari dell’economia condivisa nel nostro Paese (BlaBlaCar e AirBnB sono solo un paio di esempi). Dai 3,5 miliardi di euro generati nel 2015 si potrebbe arrivare nei prossimi dieci anni a un volume di 14 miliardi. Se invece la platea di utenti si allargasse a tutte le fasce d’età si potrebbe anche superare quota 25 miliardi di euro. Attualmente infatti i servizi e i prodotti offerti dalla sharing economy vanno forte soprattutto nella fascia 18-34 anni.

AT

 

[Aggiornato 27/9/2016]