La globalizzazione della diseguaglianza

Continuano gli appuntamenti per celebrare i 50 anni della Facoltà di Economia dell’Università di Pavia. Ospite ieri in aula Foscolo François Bourguignon, già capo economista della Banca Mondiale dal 2003 al 2007, e direttore dell’École d’économie di Parigi.

«L’ineguaglianza è diventata globale da anni ormai, lo possiamo vedere nel nostro piccolo. Osserviamo, per esempio, i provvedimenti sociali che prendono i nostri paesi o il trattamento che alcune banche vanno a riservare ai propri clienti» ha detto Bourguignon presentando la sua ultima pubblicazione intitolata “Globalizzazione della diseguaglianza” (edizioni Codice).

L’economista ha parlato della globalizzazione e dei dislivelli che questa ha creato negli ultimi anni tra le diverse nazioni, con uno sguardo particolare alle disuguaglianze tra i singoli individui. Il fenomeno sarebbe quindi un’opportunità ma anche un problema con il quale tutti dovremmo prima o poi confrontarci. Un paradosso che lo stesso Bourguignon ha esplicitato più volte: se da un lato la globalizzazione ha favorito i paesi emergenti, dall’altro canto ha generato ineguaglianza, ingiustizia e, nei casi più estremi, ha peggiorato le economie nazionali.

Un esempio lo troviamo nel Brasile, nell’India e nella Cina. Questi paesi hanno beneficiato del fenomeno superando le difficoltà economiche e garantendo, al giorno d’oggi, ai loro cittadini un tenore di vita migliore di quello passato ma, comunque, lontano da quello dell’Europa o del Nord America.

Il pensiero di Bourguignon è semplice e diretto, e lo ha esternato citando Henry Aaron, economista americano nato nei primi anni del novecento: «studiare l’incremento dell’ineguaglianza è come vedere l’erba che cresce». Non sempre si può fermare.

FC IC