
Ma cosa sono le bufavole? Sono le dicerie, i falsi miti, le idee entrate nell’immaginario collettivo ma che sono solo frutto di disinformazione. E la storia medievale ne è ricchissima.
Durante la conferenza organizzata lo scorso 19 febbraio in aula Magna, Barbero ha raccontato che durante il risorgimento molti giuristi erano pagati per elogiare il nascente modello di Stato, e nel farlo, spesso cercavano di mettere in cattiva luce il modello medievale, a volte, lavorando anche di fantasia!
Non è vero, ad esempio, che nel medioevo si aspettava la fine del mondo nell’anno 1000: «nessun testo ne parla – ha detto il docente – anzi, ci sono prove che la vita scorreva tranquilla anche il 31 dicembre del 999».
Altra bufavola è il famigerato ius primae noctis, ovvero il diritto del signore feudale di trascorrere la prima notte di nozze con le mogli dei propri sudditi, molto amato da cinema e letteratura. La leggenda nasce nel rinascimento per “nobilitare” molte rivolte contadine scaturite in realtà da crescenti vessazioni economiche.
Il ciclo di conferenze dell’Associazione dei dottorandi (pagina Facebook) prosegue mercoledì 8 aprile 2015 con l’incontro dal titolo “L’ho letto sul giornale, ma sarà vero? Strumenti informatici contro la disinformazione nei media”. Il giornalista e blogger Paolo Attivissimo tratterà delle bufavole moderne, e del rapporto tra i media e l’attendibilità delle notizie.
RB