I semi dell’Università di Pavia nella “banca” delle Isole Svalbard (foto)

L’Università di Pavia ha partecipato lunedì scorso alla cerimonia dei 10 anni di fondazione della Svalbard Global Seed Vault, il mega bunker scavato per 100 metri nella roccia dell’isola norvegese di Spitsbergen, a 1300 km dal Polo Nord, che conserva ad oggi circa 900mila campioni di semi vegetali provenienti da tutto il mondo, e capace di immagazzinarne fino a 4,5 milioni.

Si tratta di un vero e proprio deposito dove i semi, in particolare quelli di interesse agronomico, ovvero per fini alimentari, sono stoccati a una temperatura costante di -18°. Un luogo “sicuro” a 130 metri sul livello del mare, protetto da pareti di roccia spesse 40-60 metri, e costruito in un’area demilitarizzata dove il permafrost perenne offre una temperatura stabile tra i -3 e i 4 gradi centigradi.

L’ateneo pavese, l’unica istituzione italiana a collaborare con la Svalbard Global Seed Vault, ha già inviato dal 2011 alcuni duplicati dei propri semi custoditi nella Banca del Germoplasma dell’Orto botanico, e in questa nuova occasione ha consegnato simbolicamente tre specialità del nostro territorio: il cosiddetto “mais otto file”, la cipolla rossa di Breme e un progenitore selvatico del grano attuale, l’Aegilops geniculata, che vive spontaneo nelle colline dell’Oltrepò. Seguiranno i semi di zucca, fagiolo, fagiolino, anguria, melone, cipolla, grano saraceno, segale, melo, cavolo, orzo, tutti ovviamente italiani.

AT

[Foto da www.seedvault.no – CC BY-ND 2.0]