È risaputo che l’utilizzo di uno strumento eccellente influisca sulla sua conservazione. Ma grazie all’uso di scanner a raggi X, di microscopi e fotografie agli ultravioletti, si è scoperto, ad esempio, che «il legno di uno Stradivari impiega un giorno per tornare alle esatte condizioni di partenza dopo essere stato suonato: la traspirazione della pelle del violinista basta a far dilatare le fibre legnose». Lo hanno spiegato sul numero di maggio di Focus Maurizio Licchelli e Marco Malagodi del Centro Interdipartimentale di Studi e Ricerche per la Conservazione del Patrimonio Culturale dell’Università di Pavia (sito). Il reportage approfondisce le ricerche messe in campo in uno dei laboratori attivi presso il Museo del Violino di Cremona, e in particolare le analisi sui materiali degli strumenti lignei curate dai ricercatori pavesi. «Dato che questi strumenti, se non in casi eccezionali, non possono uscire di qui per ragioni di sicurezza, siamo stati noi scienziati a trasferirci vicino a loro» ha detto Licchelli a Focus.
L’articolo è disponibile nella rassegna stampa di ateneo del 21/5/2020.
[In alto: dettaglio pagg. 62-63 Focus n. 331]