
Alsaziano di nascita e milanese d’adozione, il suo metodo divulgativo è semplice eppure rivoluzionario: prima di tutto occorre “guardar lontano”, descrivere le vite degli artisti, la sorte delle opere e dei loro committenti, le vicende storiche dell’epoca, i legami familiari, le parentele e le affinità. Poi, un attimo dopo, ma in maniera assolutamente immediata, “veder vicino”, entrare nelle opere, scorgere i dettagli, valutare la consistenza di una pennellata o la piccola screpolatura di un marmo.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.