Solo 100 milioni di euro rispetto ai 400 necessari per il pareggio di bilancio degli Atenei italiani. E’ il provvedimento contenuto nella legge di stabilità, approvata lo scorso 21 dicembre 2012 ed entrata in vigore il 1° gennaio 2013, che va a incidere sull’integrazione del Fondo di finanziamento ordinario alle Università.
«Il decremento dell’Ffo tra il 2010 e il 2012 è stato in tutto del -7,6%, pari a -554 mln di euro» ha spiegato al quotidiano L’Unità il Presidente della Conferenza dei Rettori Marco Mancini «con 300 mln di euro in meno nel 2013 siamo arrivati a -861 milioni di euro: il -12% rispetto al 2009».
La richiesta di mantenere nel budget degli Atenei 400 milioni di euro equivaleva a poco più del 10% degli emendamenti introdotti dal Senato e ad appena l’1% dell’impatto complessivo della manovra. La CRUI, nella mozione approvata all’unanimità il giorno prima del via libera del Ddl alla Camera, parla di «gravissime e irresponsabili scelte» che determineranno «un crollo oggettivo del sistema universitario italiano e la sua immediata fuoriuscita dall’Europa». Lo stesso titolare del MIUR Francesco Profumo ha parlato a fine dicembre di “rischio default” per molte sedi.
Tra gli effetti di questo ulteriore taglio, continua la Conferenza dei Rettori, ci saranno «l’impossibilità di avviare alla ricerca i giovani meritevoli e l’impossibilità di partecipare in modo competitivo al programma Horizon 2020». Previste conseguenze anche sui servizi essenziali per il funzionamento, sulle infrastrutture della didattica e della ricerca, sull’offerta formativa.
AT