Un gruppo di ricerca internazionale che vede la presenza di scienziati italiani dell’Università di Pavia sta portando avanti la scoperta di nuovi farmaci antitubercolari, molto efficaci nel trattamento della tubercolosi multi-resistente. Su “Science Translational Medicine” la pubblicazione di nuovi risultati.
La tubercolosi (TBC) è una malattia infettiva e spesso letale che ha visto una riacutizzazione alla fine degli anni ’80 a causa della diffusione di ceppi multi-resistenti ai farmaci, dell’aumentato flusso migratorio e dell’insorgenza di malattie che inducono immuno-deficienza, fattori ancor più importanti se combinati alle condizioni di povertà e di degrado sanitario nei paesi in via di sviluppo. Mycobacterium tuberculosis è l’agente eziologico di questa malattia e la ricerca di nuovi ed efficaci farmaci per trattare la TBC rappresenta una delle sfide nel campo delle malattie infettive.

Data l’importanza di questo nuovo bersaglio terapeutico, lo studio di DprE1 a livello molecolare permette di progettare nuovi farmaci ancora più efficaci che si legano specificamente al sito attivo dell’enzima e ne bloccano l’accesso.
Gli sforzi combinati del gruppo di Microbiologia e di quello di Biologia Strutturale nello stesso Dipartimento (Prof. Andrea Mattevi e Dr. Claudia Binda) hanno ora permesso di ottenere un altro importante risultato pubblicato su Science Translational Medicine www.ScienceTranslationalMedicine.org il 5 settembre 2012 con una presentazione da parte del Professor Greg Cook (Medical Research Council, Cambridge). Il lavoro ha portato alla caratterizzazione dettagliata della struttura della DprE1 (Fig. 2) nella sua forma nativa e in complesso con l’inibitore BTZ043, che è attualmente in fase di sviluppo pre-clinico come candidato per la terapia combinata nel trattamento della tubercolosi. In particolare il gruppo di Pavia ha ottenuto i cristalli che hanno permesso di determinare la struttura tridimensionale della DprE1 e ha sviluppato il protocollo per testare l’attività inibitoria dei vari composti BTZ.
Questi risultati, che aprono una nuova via per lo sviluppo di trattamenti efficaci contro la tubercolosi, hanno coinvolto una squadra di ricercatori dei gruppi di Microbiologia e Biologia Strutturale dell’Università di Pavia. Molti di questi sono giovani precari.