Il 27 agosto 1396 la posa della prima pietra da parte di Gian Galeazzo Visconti di quella che doveva essere la cappella di famiglia. La Certosa di Pavia, a circa 8 chilometri a nord dal capoluogo, lungo la strada che collega la città a Milano, è stata oggetto tra il 2010 e il 2012 di uno studio interdisciplinare a cui hanno preso parte anche Maria Teresa Mazzilli del Dipartimento di Studi umanistici e Marco Malagodi del Dipartimento di Chimica dell’Università di Pavia. Assieme ad altri tre atenei lombardi, con il coordinamento della Bicocca, i ricercatori hanno stabilito la genesi delle varie stratificazioni architettoniche e ricostruito gli ambienti in 3D, e ancora hanno approfondito lo stato di conservazione dei beni con microscopia elettronica e raggi X, svelando così tutti i “misteri” dell’intero complesso monumentale.
Il monastero della Certosa, nella tradizione goliardica pavese, è considerato un luogo tabù per gli universitari e da visitare solo dopo la laurea. Ma chi non ha paura delle scaramanzie, come attraversare i cortili della sede centrale in diagonale o guardare negli occhi la statua della Minerva, sul sito ufficiale sono disponibili gli orari di apertura.
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