CERVELLO
Il gruppo di ricerca coordinato da Lorenzo Magrassi, Professore Associato di Neurochirurgia, ha ottenuto registrazioni ad altissima definizione dell’attività elettrica dei singoli neuroni in pazienti in stato vegetativo e di minima coscienza. In particolare, la tecnica utilizzata ha permesso di ottenere una serie di dati con una risoluzione spaziale e temporale mai ottenuta prima. Queste registrazioni sono state infatti realizzate con microelettrodi impiantati nel talamo e nella corteccia durante interventi per la stimolazione cerebrale profonda. Lo studio, pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista Plos One, ha permesso ai ricercatori di chiarire ulteriormente le differenze neurofisiologiche tra i due stati (l’attività dei neuroni è fortemente diminuita ma ancora presente), e consentirà di sviluppare nuovi metodi diagnostici e terapici.
BIOTECNOLOGIE
Lo studio dell’organizzazione del fotosistema dei muschi selvatici ha permesso di scoprire l’attività di due proteine (“LHCB9.1” e “LHCB9.2”) capaci di equilibrare meglio l’assorbimento di energia, ovvero della luce diretta del sole. I geni coinvolti in questi meccanismi saranno introdotti nelle piante coltivate ad alta densità in modo che possano rendere meglio e produrre di più. In questo scenario è attiva Alberta Pinnola, ricercatore del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie, primo autore dell’articolo pubblicato a fine ottobre su Nature Plants.
OBESITÀ
La rivista Nature Communication ha pubblicato lo scorso 12 novembre lo studio sui meccanismi della proteina umana “AQ10” nel tessuto adiposo. I risultati ottenuti da un team internazionale, al quale ha partecipato anche il Prof. Umberto Laforenza – fisiologo del Dipartimento di Medicina Molecolare, dimostrano l’importanza della regolazione di questa proteina nel controllo della massa grassa corporea. Ciò consentirà di sperimentare nuove tecniche per il trattamento dell’obesità e delle relative complicanze metaboliche.
BIOINGEGNERIA
Si chiama “Bac3Gel” ed è un gel innovativo per la coltivazione dei batteri in laboratorio sviluppato da un team di ricercatori italiani. Questo nuovo materiale permette infatti di imitare la matrice extracellulare presente nei tessuti viventi e di condurre le ricerche in modo ancora più realistico. Il progetto, premiato di recente dal concorso Switch2Product, ha visto la collaborazione di Federico Bertoglio e della Prof. Livia Visai del Dipartimento di Medicina Molecolare.
AT
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